E’ la pagina più cupa dell’intera vicenda, quella che rivela la dimensione della collaborazione italiana alla Shoah. E, per quanto- come già è stato detto- gli ebrei savonesi siano riusciti in maggioranza a salvarsi dalla “Soluzione finale”, non pochi arresti furono eseguiti (in prevalenza da forze della polizia italiana) specie nella Riviera di Ponente (Finale, Alassio, Pietra Ligure).
Riportando i documenti che seguono (docc. 1 2, 3, 4 e 5): nessuna delle persone arrestate fece ritorno) non intendiamo tuttavia sollevare polemiche retrospettive sulle singole responsabilità individuali (per le stesse ragioni, in questa come in altre sezioni, si è scelto di omettere i nomi dei funzionari coinvolti- fatta eccezione per le cariche più in vista).
Ci è sembrato piuttosto che nella loro nuda, asettica, aridità, questi verbali di fermo – per quanto di numero esiguo- potessero restituire il senso di una tragedia storica.
La tragedia, innanzitutto, di decine di migliaia di nostri connazionali, discriminati, espropriati e infine arrestati e deportati. Ma la tragedia anche di una parte della società italiana che per tanti, diversi motivi (compresi il conformismo, la paura o l’indifferenza), scelse di partecipare attivamente – o di assistere da spettatrice- allo scatenarsi della persecuzione.