Ci sono storie conosciute di uomini e donne deportati, privati della loro essenza e del diritto di appartenere all’umanità, trattati al pari di animali; ma ci sono anche storie di uomini più fortunati che, seppure sopravvissuti, hanno sofferto e lottato per mantenere la propria dignità. Una di queste è la storia del ragioniere Elio Spizzichino.
Elio Spizzichino prestava servizio presso la Prefettura di Grosseto. Il 15 gennaio 1936 si trasferisce nel comune di Savona per assumere servizio presso la Prefettura come vice ragioniere (Doc.1). Gran lavoratore, uomo ligio al dovere, riceve dalla Prefettura di Grosseto un premio di 183 lire per i servizi svolti. Altre proposte di premio furono avanzate anche se non accolte (Doc.2). Il 23 maggio 1937 Spizzichino convola a nozze, gli sono assegnate 135 lire mensili dallo Stato e un premio di nuzialità di tremila lire. Nell’autunno 1938, il governo fascista emana una serie di provvedimenti , prontamente convertiti in legge, finalizzati alla “difesa della razza”. Il 6 settembre del ‘38 Spizzichino, riconosciuto come appartenente alla razza ebraica, viene sospeso dalle sue funzioni in Prefettura, pur mantenendo il trattamento economico da lui goduto (Doc.3).Il ragioniere invia documenti per ottenere la deroga. Segnala che suo fratello Giulio Dario aveva fatto parte dell’esercito italiano nel distretto militare di Pisa dal 1917 al 1938, combattendo anche nella Grande Guerra (tra i “ragazzi del ‘99”) e ricevendo la medaglia commemorativa.Presenta anche un documento che riguardava il nonno materno, anche lui soldato del ”Regio esercito italiano”. Contemporaneamente la Prefettura di Pisa, spedisce una raccomandata urgente in cui si espone lo stato di servizio di Giulio Dario, aggiungendo che egli non era stato decorato della medaglia al merito di guerra, pur avendone diritto, per non aver fatto domanda in tempo utile (Doc.4).Tutti sforzi vani, il 16 dicembre 1938 il ragioniere viene dispensato dal servizio, gli vengono ritirati i libretti ferroviari e tutti i trattamenti da lui goduti (Doc.5-6).Non ci sono pervenuti documenti nell’intervallo che va dal ‘38 al ’45; tutto ciò che sappiamo di ciò che gli è accaduto in questo periodo è scritto in una domanda di aspettativa presentata dal ragioniere il 17 giugno del 1947 per aiutare il titolare di un’azienda commerciale che lo aveva aiutato quando, durante l’occupazione tedesca, aveva dovuto darsi alla macchia (Doc.7).Alla fine della guerra, il 1° maggio 1945, il ragioniere viene reintegrato ottenendo anche gli assegni arretrati e l’anzianità di servizio (come se non avesse mai smesso di lavorare) che gli consente di essere promosso ragioniere di primo grado (Doc.8).